Condividiamo comunicato stampa sulla famiglia nel bosco di Palmoli Ass. Diritti alla Follia

Condividiamo il comunicato stampa dell’Associazione Diritti alla Follia sul caso della famiglia nel bosco di Palmoli:

Comunicato Stampa Associazione Diritti Alla Follia

Roma, 21 novembre 2025 – L’associazione Diritti alla Follia esprime profonda preoccupazione per il provvedimento con cui il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento dei tre figli della famiglia che vive nei boschi di Palmoli, in Abruzzo.
La misura è stata eseguita nella serata di ieri, con trasferimento dei minori in una comunità educativa “per un periodo di osservazione” e sospensione in via esecutiva della responsabilità genitoriale.

Secondo l’associazione, il caso rappresenta un punto critico nel rapporto tra libertà familiari, modelli educativi non standard e intervento delle autorità.
In un Paese che parla di prevenzione, la prevenzione autonoma viene trattata come sospetta. Qui la diversità è stata scambiata per pericolo”, afferma l’associazione.

Diritti alla Follia rileva inoltre una sproporzione tra la scelta di vita della famiglia – motivata da ragioni pedagogiche, ecologiche e di protezione dell’infanzia – e la risposta istituzionale, che arriva dopo settimane di esposizione mediatica, visite dei garanti, appelli pubblici e una petizione con oltre 31.000 firme.

La vicenda, si sottolinea nel comunicato, solleva interrogativi più ampi sulla tendenza italiana a patologizzare ciò che non rientra nei modelli dominanti, mentre casi di sofferenza reale – come quello di Paolo Mendico, il quattordicenne vittima di bullismo – dimostrano falle evidenti nei sistemi di tutela ordinari.

L’associazione chiede:
– la revisione urgente del provvedimento;
– la nomina di un’équipe valutativa indipendente;
– piena trasparenza sugli atti;
– l’apertura di un tavolo nazionale sulle scelte educative e abitative non standard.

C’era una volta una famiglia nel bosco”, conclude Diritti alla Follia. “Oggi quella storia finisce in comunità. È il momento di chiederci quale spazio l’Italia intende riconoscere alla libertà di vivere e crescere i propri figli in modi diversi, ma non per questo meno responsabili.

Fonte: DirittiAllaFollia.it

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