Caregiver Familiari: CONFAD chiede una legge nazionale per diritti e tutele

In Italia sono migliaia le famiglie che ogni giorno vivono la realtà — spesso invisibile — del caregiver familiare: chi si prende cura, con dedizione e sacrificio, di un proprio caro con disabilità grave o non autosufficienza. È un compito che richiede tempo, energie e rinunce personali, ma che ancora oggi non gode di un riconoscimento adeguato.
Per questo il Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità (CONFAD) rilancia l’urgenza di una legge che garantisca diritti e tutele reali a chi vive questa condizione.

L’appello al Governo

Il 30 settembre 2025 si è svolto un incontro tra il Governo e il network “Ditelo Sui Tetti”, che riunisce circa cento associazioni attive nella tutela dei diritti delle persone fragili e delle loro famiglie.
Tra i partecipanti anche Alessandro Chiarini, presidente nazionale di CONFAD, che ha chiesto al Governo di riconoscere i caregiver conviventi come una categoria distinta: non volontari, ma persone che svolgono un lavoro relazionale e assistenziale continuo, spesso a tempo pieno.

L’obiettivo è inserire misure concrete già nella legge di bilancio 2026, con tutele economiche, previdenziali e sociali adeguate alla realtà che migliaia di italiani affrontano ogni giorno.

Le richieste del Coordinamento

Negli ultimi mesi, le associazioni coinvolte nel Tavolo tecnico interministeriale promosso dal Ministero per le Disabilità e dal Ministero del Lavoro hanno elaborato una serie di proposte condivise. Tra le più urgenti:

  • Un’indennità economica mensile, calibrata in base al carico assistenziale.
  • Tutele previdenziali per evitare che chi assiste un familiare perda anni contributivi o diritti pensionistici.
  • Misure di conciliazione tra cura e lavoro, come lavoro agile, permessi flessibili e priorità nei servizi sanitari.
  • Il principio che le risorse destinate ai caregiver non debbano sottrarre fondi alle persone con disabilità, ma affiancarle come sostegno aggiuntivo.
  • Il riconoscimento giuridico del caregiver convivente come figura di riferimento stabile, non come semplice volontario.

Perché serve una legge

Riconoscere e tutelare i caregiver non è solo un atto di giustizia: è una necessità sociale.
Una legge nazionale permetterebbe di:

  • garantire sostegno economico alle famiglie che oggi sopportano costi altissimi, spesso in silenzio;
  • valorizzare un lavoro invisibile, fatto di presenza e competenza quotidiana;
  • prevenire il burnout, la stanchezza fisica e psicologica che colpisce chi si dedica totalmente alla cura;
  • favorire un equilibrio più sano tra assistenza, lavoro e vita personale.

Il 2026 potrebbe essere l’anno della svolta, se il Parlamento accoglierà l’appello del CONFAD e delle altre realtà associative impegnate in questa battaglia.

Le sfide da superare

Restano però ostacoli importanti:
la copertura economica, la definizione chiara dei livelli di assistenza, il coordinamento tra ministeri e regioni, e la necessità di monitorare i risultati nel tempo.
Ma soprattutto serve un cambio culturale: uscire dall’idea che “ci si deve arrangiare in famiglia”.

Da Sara Palazzotti

Caregiver Familiare  

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